MMA: Mixed Martial Arts

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MMA è un acronimo inglese che sta per Mixed Martial Arts o Arti Marziali Miste e indica uno sport da combattimento a contatto pieno, il cui regolamento consente l’utilizzo sia di tecniche di percussione dette Striking (cioè calci, pugni, gomitate e ginocchiate), sia di tecniche di lotta e sottomissione, Grappling (come proiezioni, leve e strangolamenti).

Il nome Mixed Martial Arts deriva dal fatto che originariamente queste competizioni erano state concepite come un confronto diretto fra discipline differenti (Ju Jitsu, Muay Thai, Kickboxing, ecc.), sebbene nel corso degli anni i praticanti abbiano progressivamente iniziato ad adattare al nuovo scenario le tecniche più efficienti di ogni singola arte, combinando stili diversi fra loro e mettendo a punto strategie innovative e funzionali al contesto.

Per questa ragione, oggi l’MMA ha uno stile a sé stante che, però, mescola elementi di tutti gli altri. Gli atleti possono vincere ai punti, per knock-out (KO) o per sottomissione (costringendo l’avversario alla resa tramite leva o strangolamento). Erroneamente si considerano le Mixed Martial Arts solo come made in USA, o in Brasile o in Giappone senza fare delle giuste considerazioni e rendere merito a ogni tassello che ha contribuito alla nascita e alla diffusione di questo stile di combattimento:

– La famiglia Gracie e il “Vale tudo” (combattimento a mani nude e a contatto pieno, diffusosi in Brasile nella prima metà del XX secolo) hanno reso popolare l’MMA in tutto il mondo, da prima attraverso i tornei di Vale tudo e successivamente attraverso i match UFC (Ultimate Fighting Chempionship) che oggi rappresenta la maggiore organizzazione professionistica del mondo;

– Negli stessi anni, ‘70/’80, in Giappone, si svolgevano tornei di Shotto wrestling o Shotto che altro non era che una forma di combattimento identica a ciò che oggi chiamiamo MMA;

– Nell’antica Grecia, già nell’Olimpiade del 648 a.C., si praticava il Pankration che permetteva agli atleti di utilizzare tecniche di lotta e di percussioni.

Anche la sicurezza in cui si svolgono le competizioni di arti marziali miste si è evoluta nel tempo. In passato le regole erano molto poche, era ammesso quasi ogni tipo di colpo o di tecnica, fatta eccezione per i colpo “sleali” e l’unica “protezione” che veniva usata erano i guanti (in alcuni casi, nemmeno quelli). Oggi, invece, prima di ogni match un team specializzato di medici spalma sul viso dei due combattenti una particolare pomata che serve a chiudere (in maniera molto sommaria) i tagli che possono coinvolgere il volto e nell’intervallo tra un round e l’altro i medici controllano le condizioni dei lottatori e possono fermare l’incontro se ritengono che uno di loro non sia nelle condizioni fisiche di continuare il match. E’ ormai obbligatorio l’uso di un paradenti, di bendaggi sotto guanto e di un sospensorio. Alcuni colpi sono vietati e per questo il concetto di combattimento vero e proprio ne risulta un po’ snaturato: niente ginocchiate in volto all’avversario che si trova a terra o in ginocchio e non è permesso colpire alla schiena o dietro la testa. Per molto tempo l’MMA è stata criticata e temuta perché brutale e troppo pericolosa, ma le statistiche dimostrano che la frequenza di KO nelle competizioni di MMA è più bassa rispetto alle competizioni di boxe.

Il concetto di arti marziali miste si può riassumere nel pensiero di Bruce Lee: “Il miglior combattente non è un pugile, un karateka o un judoka. Il miglior combattente è qualcuno che si può adattare a qualsiasi stile di combattimento”. Un atleta di MMA, per essere preparato alla varietà di stili di lotta che ogni avversario diverso può utilizzare, quasi sempre si allena in più di una disciplina. Solitamente ci si allena in una disciplina di “striking” (dove si usano principalmente colpi), tipo boxe, kickboxing, muay thai etc. e una di “grappling” (prevalenza di prese), quali grappling, ju-jitsu, judo o wrestling (inteso nella sua accezione anglosassone come lotta composta da leve articolari, proiezioni e prese, escludendo di fatto la forma teatralizzata che si intende comunemente in Italia col termine wrestling). Non esiste un’arte marziale migliore di un’altra, spesso, ciò che determina il risultato di un incontro è la bravura del lottatore stesso, o l’efficacia dei suoi allenamenti (indipendentemente dall’arte marziale), la condizione fisica e mentale in cui si trova al momento dell’incontro.

Sono numerose le organizzazioni mondiali che promuovono incontri professionali di MMA; la più famosa tra tutte è la UFC o Ultimate Fighting Championship, ma l’unica federazione internazionale riconosciuta dal comitato olimpico internazionale è la FILA che in Italia viene rappresentata dalla FIGMMA (Federazione Italiana Grappling e Mixed Martial Arts).

Benché principalmente note per gli atleti maschi, le arti marziali miste femminili, WMMA, (Women’s Mixed Martial Arts) dagli anni 2000 hanno visto una crescita rilevante, al punto che si promuovono incontri di combattimenti tra sole donne.

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Carlo Cosenza

Direttore Accademia